lunedì 26 dicembre 2022

MORTO FABIAN O'NEILL

L'ex calciatore di Cagliari e Juventus si è spento ieri all'Ospedale di Montevideo

SCOMPARSO A 49 ANNI FABIAN O'NEILL

L’ex nazionale uruguaiano è morto ieri, all’età di 49 anni, all’Ospedale Montevideo, dove era stato ricoverato a causa di un’emorragia dovuta ai problemi di cirrosi epatica acuta che da tempo lo affliggevano. O’Neill infatti ha lottato a lungo con problemi legati all’abuso di alcol, che ne avevano, in parte, compromessa quella che sembrava una carriera da predestinato, il classico esempio di genio e sregolatezza, alla George Best, per intenderci. 

“El Mago”, come veniva soprannominato, nasce calcisticamente nelle giovanili del Nacional di Montevideo, dove debutta nel 1992, stagione conclusa con la vittoria del campionato, ed è l’intuito di Cellino a portarlo al Cagliari nel 1995, dove mette in mostra tutto il suo talento. A Cagliari colleziona 120 presenze (quattro campionati di Serie A ed uno di Serie B, concluso con la promozione), con 12 reti realizzate, e mette in mostra tutte le sue qualità.

Trequartista dai piedi raffinati, capace di giocate sontuose, ma anche dotato di una grande forza fisica, come disse di lui Serse Cosmi, che lo aveva allenato al Perugia: “Qualità fisiche e tecniche inimmaginabili ma anche molti problemi personali”, sottolineando però anche le sue debolezze caratteriali. Il suo modo di giocare fa innamorare non solo il pubblico cagliaritano, tant’è che nel 2000 viene acquistato dalla Juventus, come vice Zidane, per la cifra di 18 miliardi di  lire più il prestito di Raffaele Ametrano, ma a Torino non riesce a confermare quanto fatto vedere in Sardegna, collezionando appena 14 presenze. Il suo flop è legato ad una serie di fattori, tra cui un infortunio, problemi di ambientamento, ma soprattutto il demone dell’alcolismo, che non riesce a sconfiggere. Lascia comunque intravedere le sue doti, tanto da colpire lo stesso Zinedine Zidane, che di classe se ne intende di certo, il quale lo definì dicendo: “Il giocatore più talentuoso che ho mai visto giocare”.

Nel mercato di riparazione del 2002 passa al Perugia, dove lo accoglie Serse Cosmi, che dirà di lui: “Non ho mai allenato un calciatore così forte”, ma anche qui il suo rendimento non è dei migliori, collezionando appena nove presenze ed una sola rete.  

Dopo sei mesi, quindi, torna a Cagliari, con la speranza di ritrovare, nella terra che lo aveva adottato, le motivazioni giuste e la sua vena calcistica, ma ormai "El Mago" non è più lo stesso, è triste, insicuro e della sua classe sembra non esserci più traccia. L’addio è inevitabile, torna in patria, al suo Nacional, ma è solo una breve comparsa, nel 2003, infatti, a soli 29 anni lascia il calcio definitivamente.

La sua vita dopo il calcio si conferma ancora più complicata, caratterizzata dalla lotta costante contro il suo rivale più ostico, quell’alcolismo che lo porta spesso a subire ricoveri in ospedale, interventi e a contrarre le patrologie che lo hanno poi portato alla morte.  È l’epilogo di un calciatore dalla classe immensa, che avrebbe di certo meritato palcoscenici diversi ed una carriera molto più soddisfacente, ma è anche la storia di un uomo travolto da una vita fatta di eccessi, che lo ha condotto ad una morte prematura, vivendo in povertà i suoi ultimi giorni di vita, come da lui stesso dichiarato qualche anno addietro: 

“Ho guadagnato quattordici milioni grazie al mio agente, ma adesso li ho persi tutti fra donne, scommesse e vizi vari, e vivo da povero”.

Alla fine, però,  agli occhi degli appassionati resterà solo il suo talento cristallino, i suoi dribbling danzanti, gli assist no look e le sue giocate imprevedibili e forse qualche rimpianto per non avere visto abbastanza.



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